"Un altro mondo non solo è possibile, ma sta già prendendo forma.
Nelle giornate di calma, posso sentire il suo respiro.

Arundhati Roy


giovedì 27 gennaio 2011

O Capitano Mio Capitano...

 
E' questo il bello dei momenti di cambiamento: 
che siamo noi a decidere la rotta!

Responsabilità limitata


di Ruggiero Lauria


Un politico sperpera i soldi dei contribuenti, un' industria inquina l'ambiente, un passante assiste ad un furto e fa finta di non vedere, una persona va al supermercato e compra un prodotto senza sapere come e da chi è stato prodotto, un elettore vende il suo voto per 50 euro, le assicurazioni fanno cartello ed alzano i canoni, i benzinai aumentano il prezzo dei carburanti prima dei grandi esodi, un automobilista getta una bottiglia dal finestrino, un padrone abbandona il suo cane.

Tutti gesti apparentemente sconnessi ma in realtà dettati dallo stesso atteggiamento, miope ed egoistico, limitare la sfera delle proprie responsabilità senza approfondire le ripercussioni che le nostre azioni, o omissioni, hanno sugli altri.

A volte non è facile perché viene volutamente alzata una cortina di fumo per impedire ad informazioni pericolose di circolare; certo ad un banca non fa piacere che si sappia che investe il denaro raccolto in armi e finanziando guerre, o ad una famosa casa d'abbigliamento che le proprie fabbriche sono state opportunamente impiantate in paesi sottosviluppati dove c'è grande disponibilità di lavoro minorile a bassissimo costo, o anche ad un allevatore di pollame che ha spostato gli allevamenti in estremo oriente per poter utilizzare farine alimentari che qui in Italia erano vietate, e la lista è molto ma molto lunga. In realtà informarsi è stancante e poi quel pollo costa così poco,  quelle fantastiche scarpe da ginnastica hanno  un prezzo davvero stracciato ed i titoli della mia banca hanno avuto un ottimo rendimento quest'anno.
E così diventiamo praticamente complici e quando vediamo gli orrori della guerra, comodamente seduti sulla nostra poltrona, o quei poveri bambini, strappati ai loro giochi per ammazzarsi di lavoro 18 ore e guadagnare meno di un dollaro al giorno non ci rendiamo conto che siamo noi, in prima persona, a consentire che questo accada.

Questa gente conta sulla nostra inerzia, sulla nostra pigrizia, sulla nostra avidità, sul nostro egoismo, perché se così non fosse finirebbe tutto, il meccanismo si fonda su questo.

Ma ricordiamoci che ogni problema porta con sè anche la sua soluzione, produce delle controreazioni ed alla fine la nostra comoda poltrona, non sembra più essere tanto comoda, perché fa comunque parte di una casa, che sta in un palazzo, che sta in una città, che sta in una nazione, che sta nel mondo, e quando questa povera gente viene a bussare alle nostre porte per reclamare la sua parte di benessere, disposta a tutto pur di averla, è difficile rimanere trinceati a lungo. E quando i nostri vicini di casa restano senza lavoro perché c'è la globalizzazione, le nostre buste della spesa stracolme e il nostro splendido SUV vengono guardati con occhi inettati di sangue. Quando una città si trova sommersa dalla spazzatura, qualcuno deve pur prendersele le proprie responsabilità perché è difficile continuare a fare finta di niente.

Anche singolarmente possiamo fare moltissimo se iniziamo a prenderci le nostre responsabilità, informandoci possiamo a nostra volta diventare vettori di preziose informazioni; con il nostro esempio possiamo gettare il nostro piccolo ponte verso l'altra sponda ed insegnare ad altri come si fa. Impegnamoci, informiamoci e condiviamo con gli altri, facciamo in modo che le nostre idee si trasformino in azioni concrete in modo che sia più facile imitarci.
Prendiamoci le nostre responsabilità prima che le nostre irresponsabilità vengano a prendere noi.

mercoledì 26 gennaio 2011

6 miliardi di Altri

«Ho guardato in lontananza. Ho visto qualcosa che si muoveva. Mi sono avvicinato. Ho visto un animale. Mi sono ulteriormente avvicinato. Ho visto un uomo. Mi sono avvicinato ancora di più. E ho visto che era mio fratello».  (favola tibetana)

I Costruttori del Nuovo


 Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta (Buckminster Fuller)

  • Il costruttore del nuovo è colui che si avvicina senza aspettative. Nessuno conosce il punto di arrivo, ma ognuno sarà l’artefice dei piccoli passi quotidiani, quasi impercettibili, che portano lontano e costruiscono compiutamente il disegno che ancora non esiste.
  • Il costruttore del nuovo è colui che vede quali sono le necessità del momento e non aspetta che qualcuno gli dica cosa fare, ma sapendo quali sono le sue caratteristiche e le sue professionalità si mette al lavoro senza che nessuno debba ringraziarlo per questo.  
  • Il costruttore del nuovo sa di non essere da solo a costruire la strada e per questo usa molto il rispetto e mette in pratica ciò che ha imparato sino ad oggi, essendo però disposto a cambiare in qualsiasi momento, se questo agevola la realizzazione del nuovo.
  • Il costruttore del nuovo è colui che partecipa ai processi decisionali perché il nuovo non ha gerarchie, ma è anche rispettoso del lavoro che è stato fatto dagli altri in precedenza e si inserisce armonicamente rispettando e essendo rispettato a sua volta.  
  • Il costruttore del nuovo non ama il potere che appartiene solo al “vecchio”, ma se necessario si mette in evidenza con puro spirito di servizio.
  • Il costruttore del nuovo sta più nel cuore che nella mente.
  • Il costruttore del nuovo sa che, proprio perché il nuovo ancora non esiste, dovrà affrontare e sostenere chi ancora non è in grado di supportare la sua “visione”.
  • Il costruttore del nuovo sa che vedrà molte persone avvicinarsi e molte allontanarsi.
  • Il costruttore del nuovo non si prende troppo sul serio ed è sempre disponibile a ridere e scherzare.
  • Il costruttore del nuovo non ha ostacoli perché è abituato a superarli.
  • Il costruttore del nuovo ha fiducia nei suoi compagni di viaggio.
  • Il costruttore del nuovo sa che ogni sua azione è importante e produce un effetto, e per questo riflette bene prima di agire.

Fare il costruttore del nuovo è la scommessa a cui siamo chiamati in questo momento di forte cambiamento; una continua respons-abilità, intesa nel senso di abilità nel dare risposte, che richiede di pensare fuori dagli schemi ed essere ben disposti a intraprendere un viaggio comune in acque inesplorate. In ogni caso questo viaggio è una occasione di crescere insieme agli altri: alcuni sono pronti e altri ancora non lo sono, perché il nuovo non è fatto per chi scappa da se stesso, perché il nuovo non è altro che noi che cambiamo insieme al mondo che ci circonda.

Fonte: www.arcipelagoscec.net

Chi siamo, ma, soprattutto, chi non siamo.


Dal Blog di Transition Italia, un post che aiuta a capire lo spirito di coloro che sono impegnati nel Movimento di Transizione :)
http://transitionitalia.wordpress.com/2010/12/15/benvenuti-nel-blog/

martedì 25 gennaio 2011

SestoCielo: perché?

Quasi sempre, durante le nostre iniziative pubbliche, capita che qualcuno ci domandi qual è l'origine del nostro nome: SestoCielo. Rendendoci conto che anche chi ci segue virtualmente potrebbe porsi la stessa domanda,  abbiamo deciso di pubblicare la spiegazione come primo post di questo blog. Tra l'altro, curiosamente, abbiamo constatato che il nome SestoCielo è molto amato, anche se le persone non sanno dirci il perchè....
Bando alle ciance: siete comodi? (mi viene quasi voglia di rimboccarvi le coperte...)
Eccovi dunque la storia del SestoCielo:

Nel dare il nome alla nostra Associazione abbiamo tratto ispirazione da un libro di Igor Sibaldi, intitolato “Il frutto proibito della Conoscenza”.
In un passo di questo libro sono descritti 7 Cieli: molto tempo fa gli astronomi pensavano che questi Cieli fossero le Sfere Celesti, e che esistessero nell'universo fisico. Invece esistono in noi, nel nostro universo umano. I Cieli perciò non sono spazi fisici, ma vere e proprie tappe nell’evoluzione interiore di ciascuno di noi: sono ciò che noi percepiamo della realtà. Si passa da un cielo all’altro ogni volta che si supera un confine, un limite interiore e si allargano i propri orizzonti: è la vera evoluzione (quella falsa è identificata con le modificazioni culturali, sociali, tecnologiche...), quella che ci fa tanta paura. E' una crescita della nostra percezione e della nostra statura interiore.

Nel 1° Cielo si è concentrati esclusivamente sul proprio EGO: io sono, io dico, io voglio…io io io. Ci percepiamo come individui, non vediamo altro che noi stessi e non sentiamo il bisogno di alcuna spiegazione, perché ogni altra cosa ha poca importanza.

Nel 2° Cielo l’orizzonte inizia ad ampliarsi attraverso il concetto del “NOI”: ci si sente parte di un insieme, per esempio 1 popolo, 1 religione, 1 partito: noi noi noi, e si pensano e si percepiscono le stesse cose che pensano e percepiscono le altre persone dell'insieme. Il NOI è più importante di tutto.

Nel ci si accorge che dentro di noi esiste qualcosa di più grande, che non conosciamo, ma che agisce su di noi: abbiamo molti nomi per indicare questo "qualcosa" di più ampio... di solito nella nostra cultura viene chiamato “INCONSCIO”.

Nel si sperimentano le grandi PASSIONI e quindi anche l’Amore, inteso in questo modo: ciò che uno non conosce di se stesso, si unisce a ciò che un altro non conosce di sé. O anche quando alcune persone (pochissime) hanno un medesimo ideale che è in contrasto con l'ordine costituito. Non è una definizione riduttiva…anzi: in ogni grande passione impariamo a conoscere una zona in ombra, una parte nuova di noi stessi.

Nel 5° Cielo si entra in contatto con la nostra “DIMENSIONE INTERIORE”: si intuisce che in noi c’è un mondo immenso, segreto, incomprensibile...molto più grande di tutto ciò che conosciamo. E lo si intuisce, per esempio, notando che nulla di ciò che ci succede accade per caso, che i nostri veri desideri si realizzano e che noi siamo gli unici artefici del nostro destino: non sappiamo spiegarci perchè, ma sentiamo che è proprio così.

Ed eccoci arrivati al 6° Cielo, quello della CONDIVISIONE: in questo Cielo ci si accorge che ciò che si è scoperto dentro se stessi può essere comunicato ad un "altro", può essere condiviso con chi ha fatto le nostre stesse scoperte…e questa, ovviamente, è una sensazione bellissima…

Questi sono i 6 gradi della nostra evoluzione. Di questi, 3 (1°, 3°, 5°) riguardano il rapporto con noi stessi; gli altri 3 (2°, 4°, 6°) riguardano il nostro rapporto con gli altri.

TUTTI i cieli sono necessari, cioè è importante attraversarli e superarli tutti, altrimenti ciò che pensiamo o facciamo potrebbe rimanere incompleto, fragile, senza senso. Questo percorso di crescita, naturalmente è diverso da persona a persona: c'è che resta aggrappato a lungo nel Primo o nel Secondo Cielo, chi salta improvvisamente al Quarto, e così via. I bambini sono tra il Sesto ed il Quinto, poi crescendo.......
Il confine tra un cielo e l'altro di solito fa molta paura: è lì che si trovano i "guardiani della soglia", che a noi appaiono come diavoli (la manifestazione del male), tanto più spaventosi quanto più si sale dai Cieli inferiori a quelli superiori. Visti da fuori sono molto grandi e minacciosi, ma quando riusciamo ad oltrepassare la soglia, scompaiono, perchè in realtà ciò che fa paura è l'idea di perdere le cose che abbiamo o che conosciamo.
Il Sesto Cielo è quello che fa più paura di tutti: perciò lo scoprono in così pochi...

Ma non dimentichiamo che i cieli sono Sette:
Il 7° Cielo è quello in cui l’orizzonte si allarga talmente tanto che il campo visivo esce dai sei Cieli e li vede nel loro insieme: in questo modo si realizza la consapevolezza che non esiste individualità, che l’”Altro” in realtà, siamo sempre noi, che Tutti Siamo Uno… Ma a quel punto non si potrebbe più parlare di Cieli, né di limiti o confini, perché ci troveremmo nel cuore della nostra Anima: lì tutto è diverso da tutto, e ogni cosa può trasformarsi e mostrarsi  in una nuova luce. Lì per noi ci sono immense possibilità, ed è di queste possibilità che noi abbiamo tanta paura...

Allora, abbiamo pensato, ritroviamoci nel SestoCielo e prepariamoci "insieme" al passaggio. Forse, così, sarà più dolce affidarsi al fiume e superare la distanza che ancora ci separa dalla nostra Anima, dal nostro completamento, dal nostro Essere Ciò Che Siamo.
Benvenuti, quindi, nel SestoCielo, il Cielo della Condivisione ♥.