"Un altro mondo non solo è possibile, ma sta già prendendo forma.
Nelle giornate di calma, posso sentire il suo respiro.

Arundhati Roy


domenica 3 luglio 2011

Val di Susa Libera

 



Testimonianza dal corteo partito da Giaglione


Buongiorno a tutti,

mi chiamo Elena e sono di Torino.



Una quindicina d’anni fa ho iniziato a seguire la vicenda del TAV in valle di Susa e da almeno una decina di anni ho sempre cercato di partecipare a ogni corteo, manifestazione, assemblea e presidio credendo profondamente nell’importanza di esserci e di fare numero, di solidarizzare fra di noi e di essere sempre sul campo per vedere di persona, per informare e per divulgare con forza e contenuti le ragioni del NO.

In questi anni, oltre all’organizzazione di un convegno presso la Facoltà di Agraria realizzato con un mio collega, nel mio piccolo ho sempre cercato di coinvolgere amici, colleghi, di spiegare le ragioni, di portarli a un’assemblea o a un momento di presidio. E anche se inizialmente potevo venire targata come quella che “ostacola il progresso e un’opera che potrà portare solo lavoro (!!!)” ho avuto negli anni la gioia di vedere amici prima disinteressati oppure favorevoli al TAV abbracciare finalmente le “ragionevoli ragioni” del NO.



Ieri mattina, il 3 luglio, ho manifestato a Giaglione, ho portato degli amici da Torino che mai erano saliti in valle e che finalmente mi avevano manifestato la volontà di prendere anche loro una posizione decisa nei confronti di quest’opera assurda. Dopo una parte di tragitto tra famiglie, ragazzi, anziani e persone “comuni” come me di ogni età, uniti dallo stesso obiettivo, mi sono trovata in mezzo ad almeno un centinaio di ragazzi vestiti di nero, chi con passamontagna e chi no, con caschi, spranghe, bastoni, zaini carichi che suonavano di oggetti metallici, dagli accenti arrivavano da altre regioni. Evito di riportare qui la conversazione che ho avuto con uno di loro perché sarebbe controproducente proprio al nostro movimento. Era in ogni caso gente che mai avevo visto prima in una manifestazione in valle.



Mentre mi trovavo tra loro il presidio era stato già preso, sentivo da lontano esplosioni che nulla avevano a che fare con i lacrimogeni, ho immaginato che almeno un altro centinaio, se non di più, ci avessero preceduto.

Mi sono sentita impotente di fronte a un’onda anomala che nulla centrava con il movimento, con la manifestazione pacifica e con la voglia di democrazia non solo della Valsusa ma di tutta la nazione che “ragiona”. In questo caso risultava impossibile agire come spesso ci eravamo detti in tante manifestazioni, ossia di isolare i singoli individui con intenzioni violente in modo da non farci screditare.



Oggi l’obiettivo del Governo è stato raggiunto: i giornali parlano quasi solo della frangia violenta del corteo, molti di noi, molti di quelli che erano in mezzo ai boschi dicevano che non avrebbero più partecipato a un corteo con la presenza di questi individui. L’obiettivo di disgregarci e di screditarci è partito in modo molto più massiccio. La violenza di questi gruppi non ci farà riprendere la Maddalena, ne’ vincere una battaglia di questa lunga resistenza.



Occorre che il movimento prenda pubblicamente le distanze da queste frange, chiedendo esplicitamente l’allontanamento di questi individui da ogni tipo di manifestazione. Attraverso i siti o attraverso un comunicato, le forme possono essere molteplici. Ne va della credibilità e della forza della nostra causa per non gettare al vento tutti questi anni di sacrifici. Con la certezza che la violenza può solo generare violenza e la vera forza del nostro movimento è sempre stato il carattere di pacifismo.



Vi chiederei pertanto di prendere una posizione netta e di iniziare a studiare tutti insieme forme di allontanamento di questi gruppi, prima di un’altra ingerenza in una manifestazione pacifica e coesa come sarebbe dovuta essere quella di ieri. Ridiamo al nostro movimento il carattere di pacifismo che sinora è stato il nostro baluardo!

Vi ringrazio per l’attenzione!

Buona giornata a tutti.



Elena
4/7/11

Testimonianza dal corteo partito da Exilles


ciao Elena,

ti rispondo come donna valsusina e organizzatrice del gruppo bimbi e famiglie che ha aperto il corteo.



Durante il nostro percorso verso Chiomonte ho dovuto discutere in modo anche acceso con diverse persone che non volevano rispettare l'ordine deciso in coordinamento comitati per la marcia (amministratori, bambini...ecc).

Erano tipi incazzosi, assomigliavano a quelli che tu hai descritto nella tua mail. Uno in particolare mi ha urlato in faccia, fregandosene dei bimbi e dicendo che lui non riconosceva gli amministratori né la democrazia, doveva andare avanti, era accompagnato da una degna compagna.

Ha continuato a urlare e insultare fino a che si sono divise le strade a Chiomonte, urlando anche dal muro sopra la strada e facendo reagire tutta la gente che era con me, noi poi l'abbiamo "gentilmente mandato a farsi un giro" ma era davvero "incazzoso".



Ebbene questo stesso personaggio una mamma che era con me lo ha visto infilarsi poco dopo dietro la staccionata della centrale, dietro la polizia....non sai come mi sono sentita scema!...ma poi mi sono chiesta: ma quanti ce ne sono così fra noi? Ma stanno facendo come Genova? Ma perché?


Anche mio marito è stato colpito da un lacrimogeno a un polso, era alla centrale, solo con una fetta di limone per difendersi. Mio fratello era a Giaglione, forse con te, c'erano anche i miei zii di 50 anni e mio cugino, tutti poco avvezzi a lacrimogeni ecc.


Mio fratello e la sua fidanzata sono andati avanti con l'idea di arrivare alla Maddalena, come atto simbolico, ma hanno avuto paura, piovevano pietre dall'autostrada, fumogeni ad altezza uomo che incendiavano anche il bosco ovunque e c'era gente che, da ciò che a fatica mi dicevano al telefono, assomigliava al personaggio da me incontrato nel mio percorso.

E ancora una volta mi sono chiesta perché?


Non ho risposte certe, tante ipotesi che vorrei condividere con chi come me aderisce a questa lotta, vive in questa comunità e soprattutto esige un futuro diverso per i propri figli.


Scusa Elena la lunghezza, ma ci tenevo a condividere con te i miei pensieri


Un abbraccio


Monica
4/7/11

L'indignazione e la speranza

di Luca Mercalli - 4 Luglio 2011
(pubblicato su www.cadoinpiedi.it)
Ieri ho partecipato alla manifestazione in Val di Susa. Eravamo in migliaia, a manifestare pacificamente il nostro dissenso. Sui giornali e dalla politica solo menzogne.
Luca Mercalli 
Sono appena rientrato dopo 6 ore di marcia a Chiomonte. Incredibile, un serpente umano colorato e festante proveniente da tutta Italia percorreva i boschi verdeggianti della media Valsusa in una giornata calda e luminosissima. La stima minima è di 50.000 persone, quella massima 100.000, fate voi... Statale del Monginevro bloccata e autostrada pure.
In queste ore ancora si sparano lacrimogeni, un teatro osceno per un Paese civile nel museo archeologico del villaggio neolitico della Maddalena di Chiomonte, che la polizia ha usurpato come suo quartier generale. Lì, nel punto di contatto tra manifestanti e poliziotti io non sono stato, e qualche ferito c'è, qualche sasso è volato, qualche episodio da deplorare può darsi che ci sia, ma aspettiamo a parlare quando avremo sentito i racconti e visto i video di chi era lì... Il 412 della polizia ha volato sopra di noi come fossimo stati in Afghanistan, dalle 8 alle 18 almeno, e sono 100 euro al minuto... io non ci sto, è uno scenario surreale per aprire un cantiere.
Ciò che vi vorrei dire a caldo è:
1) già ora le prime pagine dei giornali titolano di guerriglia, di back bloc e altre amenità simili: si tratta di elementi del tutto marginali della giornata, ciò che conta, e che doveva essere oggetto dei titoli, è l'enormità della gente normale qui confluita, cittadini italiani ed europei, famiglie con bambini, pensionati, professionisti, docenti, medici, artigiani, studenti che da tutta italia (pullman da Pisa, Macerata, Udine, Bologna, Genova...) hanno affrontato levatacce e disagi, per venire a passare una domenica di civile indignazione insieme a noi. Chapeau a tutti loro, che dimostrano come vi sia una presa di coscienza sempre più vasta del problema dei beni comuni e una voglia individuale di "contare" qualcosa sul piano delle scelte. Mi sembra che politica e giornalisti siano terribilmente indietro, impegnati a proteggere i loro privilegi o tremebondi a sperare che il loro servilismo porti una promozione sulla scala sociale. Ma la gente sta correndo più veloce di loro. Ho parlato con centinaia di persone e ne ho tratto una grande impressione di competenza, di coraggio, di onestà, di passione. Altro che black-bloc!
2) tutti hanno ben chiaro, per vivere ogni giorno sulla propria pelle altre simili usurpazioni sui loro territori, che le priorità per il Paese sono altre, che nessuno vuole questi monumenti faraonici ma desidera interventi semplici, evidenti e efficaci sulla quotidianità. Tutti hanno ben chiaro che i tempi stanno cambiando in fretta. Nelle ore di marcia sotto il sole, i discorsi che sentivo fare erano dei rapporti dell'Asia con il mondo occidentale, della crisi delle risorse, dell'opposizione economia capitalistica-benessere, dell'impossibiltà della crescita continua, della crisi petrolifera... insomma, un campione interessante di pubbliche riflessioni sul presente e sul futuro.
3) speriamo che ognuno di loro stasera su facebook dica: "c'ero anch'io e vi spiego quali menzogne i giornali e la tv diffondono su di noi e su questa faccenda".
4) fino al 12 luglio 1980 non c'era il traforo autostradale, quindi sulla ferrovia attuale passavano tutte le merci e i passeggeri per la Francia, inclusa la navetta per le automobili Bardonecchia-Modane. Nel 1980 eravamo forse all'età della pietra? La ferrovia attuale bastava allora, basterebbe a maggior ragione in un mondo futuro con meno risorse. Ma Chiamparino è al delirio sviluppista e vede il Tav Valsusa come una fede: o il Tav o la terribile decrescita! Allora Tav sia. Aggiungo che un'opera di questo genere avrebbe un overhead di sistema enorme rispetto a opere più semplici e resilienti. In un'epoca postpicco petrolifero, l'imponente infrastruttura tecnologica ed energetica necessaria a garantire la sicurezza di un tunnel di 54 km con temperature interne di oltre 50 C, collasserebbe dopo pochi mesi, anche solo per via dei costi. Vedere Rutilio Namaziano... le mitiche strade di Roma, poco dopo la caduta dell'impero erano impraticabili per mancanza di manutenzione e si preferiva il periglioso viaggio via mare da Roma alla Liguria piuttosto che affrontare il fango dei tratturi maremmani...
5) finanziamento europeo: per ora, a inizio cantiere, si parla di sbloccare 671 milioni di euro, pari a circa il 4,5% del valore del progetto (calcolato dell'ordine dei 15 miliardi di euro, anche qui non ci sono mai numeri trasparenti). In caso di realizzazione successiva, si parla di ulteriore finanziamento EU del 30% della sola tratta internazionale, che escluderebbe quindi i circa 2 miliardi di euro della tratta di adduzione Torino-Chiomonte, interamente a carico italiano. Sono dati vaghi perchè è quel poco che si riesce a leggere sui giornali locali. Anche questo fatto dovrebbe indignare tutti: non c'è uno straccio di rapporto ufficiale che faccia chiarezza verso i cittadini. I promotori, che i dati immagino li avranno, con fior di tecnici pagati per far solo quello, tacciono, lasciando tutti noi a baloccarci con stime e supposizioni. Anche questo è strano: se avessero dati seri, certi e inoppugnabili a sostegno dell'opera, non pensate che avrebbero già convocato una conferenza stampa internazionale, spazzando via ogni nostra chiacchiera? Invece stanno nascosti nelle gallerie, lasciando che la gente si arrabbi, che i politici sfornino la loro retorica, che i pochi come noi che tentano di ragionare si spacchino la testa su dati faticosamente estratti qua e là.
6) la stretta alleanza politica bipartisan che mostra un tenacissimo blocco favorevole all'opera, è un altro elemento di sospetto. In genere il politico, massimamente quello italico, quando trova un muro invalicabile nei propri affari, lo aggira, scantona, sceglie altri obiettivi più facili, ma non si mette contro una marea montante di rabbia popolare che sta diventando un elemento incognito estremamente instabile. Qui invece sono passati vent'anni di proteste e continuano tutti imperterriti ad andare in rotta di collisione contro il massiccio d'Ambin. Butto lì, non è che devono aver fatto tante e tali facili promesse sulla divisione di questa appetitosa torta, che ora qualcuno ha la canna di fucile puntata dietro la schiena se non le mantiene e non paga pegno?
Ciao a tutti dalla Valsusa, qui comunque è una serata ancora molto calda. Speriamo che serva a qualcosa.

Immagini tratte  da "Comitato no Tav Spinta dal bass"; pagina facebook "La Valle che Resiste", "Comitato NO TAV Torino";
Testi tratti da: "Comitato NO TAV Torino"

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